sabato 31 ottobre 2009

La danza della donna argentata


Fu allora che la nottata incominciò. Le luci della sala si spensero. Dal portico, il baluginio della luna delineava sagome sedute. I suoni del liuto e degli strumenti a percussione riempirono la sala, la casa e, alle mie orecchie, colmarono il mondo.Allora le due ragazze Talib emersero dalla penombra. Le loro braccia, poi i fianchi e il ventre, oscillavano al ritmo della musica, che sembrava moltiplicare i movimenti del corpo delle ballerine. Compivano gesti simili, sperimentati, forse prevedibili, di una sensualità pensata, artifici delle sorelle danzatrici. Ripetevano i passi e i volteggi, erano catturate dalla musica, e nell'attimo in cui irrigidivano bruscamente il corpo in una pausa inattesa dei tamburi emerse dall'oscurità una sagoma chiara e alta che si avvicinò al centro dell sala con passi, giravolte e ancheggiamenti simmetrici; allora vedemmo un esile corpo di donna, scalza, ballare come una dea, piegando la testa e le spalle all'indietro, curvandosi ad arco: ora il ritmo era scandito dal battito delle mani e dal picchiettare dei tacchi sul pavimento.L'atmosfera era già satura, calda, quasi soffocante, quando un fascio di luce rischiarò il volto della ballerina.

(da M. Hatoum "Due fratelli")

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