domenica 15 novembre 2009

Nancy Ajram, regina dell'arabic pop


Nata nel maggio del 1983 a Beirut, Nancy Ajram è oggi la stella indiscussa nel firmamento della musica pop araba. Più volte vincitrice del disco di platino, nel 2008 si è aggiudicata –più giovane vincitrice di sempre- il World Music Award quale miglior artista mediorientale e, dall’ottobre 2009, è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà per l’Africa ed il Medioriente dell’Unicef.
Nancy comincia a farsi conoscere appena dodicenne cantando nel programma televisivo libanese “Noujoum Al-Moustakbal” (Star del futuro), dove si afferma nella categoria “tarab” interpretando una canzone della più grande cantante araba di tutti i tempi, Umm Kulthum.
A 15 anni lancia il suo primo album, “Mihtagalak”, tutto in puro stile tarab, ma il grande successo arriva più tardi, con la pubblicazione del suo terzo album, “Ya Salam”, nel 2003. “Akhasmak Ah”, il primo singolo tratto dal disco, è ascoltatissimo in tutto il Libano, anche grazie alle critiche che attira su di sè il video dove Nancy, nella parte di una barista, balla e flirta con gli avventori.
Ma è con il quarto album, “Ah w noss”, dell’aprile 2004, che Nancy raggiunge la consacrazione a diva. Il singolo omonimo, un vero tormentone, la fa volare oltreconfine e conoscere a tutto il pubblico del mondo arabo, tant’è che anche la Coca Cola fa di lei la donna immagine del prodotto nei paesi islamici. I video dei singoli dell’album, affidati a registi di grido (“Oul tany kida” ha la supervisione dell’italiano Luca Tomassini), sono di grande effetto e coniugano i sapori mediorentali con l’ispirazione hollywoodiana.
Girato da una importante regista libanese, Nadine Labaki (“Caramel”, 2008), è anche il video che dà il titolo al quinto album di Nancy, “Ya tabtab wa dallaa”, il primo per vendite, video (8), radio hit (6) e canzoni utilizzate in spot commerciali (5).
L’ultimo album, “Betfakkar Fi Eih?!”, viene considerato quello di maggior successo, grazie al quale Nancy si è aggiudicata il primo World Music Award della sua carriera. Il disco include la sua prima canzone "Tarab" ("Biteegy Sirtak") dai tempi del suo esordio e in generale presenta un mix di diversi stili dalla dance, al beat, al pop, alle ballate più romantiche ed a quelle vecchio stile.
Attualmente la Ajram si dedica alla piccola Mila, nata lo scorso maggio dal matrimonio con Fadi Hachem, che le ha ispirato una canzone speciale, "Ya Rab Tekbar Mila", l’ultimo dei successi di mamma Nancy.

sabato 7 novembre 2009

Gli stili della danza orientale 2): sai'di


Il Sai’di è, per antonomasia, la danza folkloristica. Il termine identifica la zona geografica dell’alto Egitto situata tra le città di Gizeh ed Edfu da dove ha origine questa danza. Lo stesso termine viene dato al suo ritmo in 4/4 che lo caratterizza inconfondibilmente.
Il ballo Sai’di deriva da un’antica arte marziale chiamata Tahtib. Il tahtib era un bastone di bambù con un manico a forma di ‘L’ che ne permetteva la velocissima rotazione; da fermi, invece, lo si teneva dietro alla schiena in posizione verticale.
Successivamente il Tahtib diventò una danza propiziatoria maschile fatta in vista di importanti battaglie e che permetteva a coloro che la eseguivano di dimostrare forza, abilità e coraggio. Oggi esistono due versioni di danza con il bastone:
• il Tahtib che viene sempre eseguita da due uomini a ritmo di musica sai’di;
• il Raks Assaya ballato da più persone, sia uomini che donne, che evidenzia un modo più giocoso ed acrobatico di usare il bastone, in questo caso denominato assaya. Tale bastone è più corto del tahtib (ca 1 mt) e può essere sia ricurvo ad una delle estremità, sia diritto.
Eseguita ai giorni nostri, questa danza mantiene la sua prerogativa grintosa attraverso la riproduzione di alcuni elementi bellici originari (ad es. la rotazione e lo sbattere per terra del bastone da parte della danzatrice). Viene inoltre valorizzato l’ aspetto acrobatico del bastone stesso: non è, infatti, insolito utilizzarne due contemporaneamente.
Allo stesso tempo, se ballato dalle donne, viene arricchita di grazia ed allegria enfatizzando la contrapposizione del bastone, simbolo da sempre dell’universo maschile, alla morbidezza e sinuosità femminile. I movimenti tipici di questa danza dimostrano il radicamento alla terra, basilare per tutte le danze folkloristiche: i suoi passi vengono, infatti, eseguiti sfruttando al massimo la forza gravitazionale e con i piedi ben aderenti al terreno, oppure con il tallone leggermente sollevato da terra. Caratteristici sono anche i salti, eseguiti in modo da scaricare verso il basso l’energia del corpo, dimostrando che è impossibile staccarsi dalla “madre terra”.

lunedì 2 novembre 2009

Gli stili della danza orientale 1): la danza orientale classica (raqs sharki)


E'la danza del ventre per eccellenza, così come conosciuta nell'immaginario collettivo: lo stile sharki è classico ed elegante, e ricorda l'atmosfera delle Corti Ottomane, in cui nacque. La danzatrice entra in scena spesso con il velo su una musica di genere classico, nella maggior parte dei casi una routine orientale, ed inizia a danzare seguendo un andamento raffinato, che di solito si configura in un crescendo emozionale. Questa danza è preferibilmente eseguita sotto forma di assolo: la danzatrice, al centro della scena, esprime la sua arte in una danza che nel suo svolgersi passa gradatamente da uno stile e da un ritmo all'altro. E' normalmente composta da un'entrata dinamica, una parte centrale più raccolta ed espressiva in stile baladi che si evolve poi in un'esplosione di percussioni, per terminare in una routine finale che riprende il tema musicale dell'esordio.