
La danza del melaya è una danza folkloristica originaria della regione di Alessandria d'Egitto.
In questa città di mare, ove si dice che la gente abbia un temperamento particolarmente allegro, le donne usavano coprirsi con un telo scuro e pesante detto appunto "melaya ": esso fungeva da mantello con il quale nascondersi dagli sguardi indiscreti degli uomini ma allo stesso tempo veniva usato anche come strumento di seduzione, un accessorio con cui giocare al "vedo non vedo" durante il rituale del corteggiamento.
Da quest'usanza, nasce questa danza briosa e piena di energia, che mima appunto le movenze della donna alessandrina che risponde al corteggiamento di un pretendente, giocando tra la timidezza, il disdegno e la provocazione.
La danzatrice, che generalmente indossa un abito corto e colorato ed in testa ha il tradizionale mandil, un fazzoletto con ponpon, si avvolge il melaya intorno al corpo ed inizia a danzare coperta per suscitare curiosità e poi, man mano, si scopre, giocando di continuo con il melaya, roteandolo con vigore intorno al corpo ed eseguendo varianti che a volte mettono in evidenza i movimenti del bacino e a volte quello delle braccia e dei passi, mentre le mani trattengono abilmente il telo nero.
Il tutto con ammiccamenti, moine, giochi di sguardi, che rendono questa danza particolarmente divertente e sbarazzina.
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